Google rende virtuale la Biennale di Venezia

Grazie all’accordo tra la Biennale di Venezia e il Google Cultural Insitute (l’ambizioso progetto di Google nato nel 2011 per digitalizzare, promuovere e preservare il patrimonio culturale internazionale) è possibile vedere tutte le opere d’arte esposte e visitare i padiglioni dell’esposizione veneziana.

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Si potranno ammirare oltre 4.000 opere d’arte, 159 artisti, le mostre di 80 paesi in 70 padiglioni. Sarà possibile visitare “virtualmente” come Google da tempo ci abituati nella modalità Street View oltre 80 percorsi virtuali.

La visita della Biennale potrà essere fatta anche usando il visore per la realtà virtuale di Google, il Cardboard. Infilando questa mascherina di cartone sugli occhi sembrerà di muoversi dentro i padiglioni, sfiorare le opere d’arte, camminare in antiche dimore veneziane.

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Tutte le opere esposte nell’edizione 2015 curata da Okwui Enwezor, rimarranno online anche dopo la chiusura delle mostra fissata per il 22 novembre 2015.

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“La collaborazione tra La Biennale di Venezia e Google Cultural Institute conferma quanto la tecnologia sia una grande alleata della valorizzazione del patrimonio culturale – ha dichiarato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini sottolineando “l’importanza delle innovazioni tecnologiche per amplificare i messaggi culturali, creare nuove modalità di fruizione, abbattere le distanze e favorire il dialogo.”

“Questo accordo che realizziamo con Google – ha dichiarato il Presidente Baratta – è un primo esperimento importante, e credo che possa avere sviluppi futuri per alcuni aspetti ancora imprevedibili. La scommessa che vogliamo compiere è quella non certo di sostituire alla visione diretta quella virtuale ma, al contrario, far si che quest’ultima invogli maggiormente alla conoscenza diretta. La Biennale è un’istituzione che deve favorire l’accesso all’arte e Google fa esplodere l’accesso a livelli mondiali e lo fa gratuitamente: quello che potrebbe sembrare un accordo tra acqua santa e diavolo è in realtà a un’apertura alle tecnologie contemporanee che permettono anche l’avanzamento della diffusione della conoscenza dell’arte.”

Amit Sood, Direttore del Google Cultural Institute, che si occupa di sviluppare tecnologia con l’obiettivo di promuovere e preservare la cultura online, con più di 800 partner da oltre 60 Paesi e oltre 1.600 mostre digitali, ha dichiarato che “Google è fortemente convinta che internet sia uno strumento fondamentale per la democratizzazione della cultura e dell’arte, una forza dirompente che aiuta le istituzioni culturali ad aumentare il proprio potenziale, rendendo i loro progetti accessibili a un maggior numero di persone e nel tempo.”

Il tuo viaggio inizia quì: https://www.google.com/culturalinstitute/project/la-biennale-di-venezia

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