Lo Street View di Google Maps arriva sulle Dolomiti 2a fase
Giovedì 12 novembre presso il MUSE (Museo delle Scienze di Trento) si è svolta la presentazione della IV° edizione del Master World Natural Heritage Management e dei nuovi percorsi nelle Dolomiti UNESCO con Google Street View.
Nel sito della Fondazione (nelle pagine dedicate ai 9 Sistemi delle Dolomiti UNESCO) sono riportati tutti i percorsi delle Dolomiti mappati nell’ambito del Google Trekker Loan Program.
Quanto presentato nel corso della serata al MUSE è la seconda fase di “mappatura” dei sentieri dolomitici:
il Comelico col Popèra,
le Tre Cime di Lavaredo,
il Sorapis,
le Pale di San Martino,
le Dolomiti di Brenta,
lo Sciliar il Catinaccio e il Latemar,
Puez-Odle,
il Canyon del Bletterbach.
Dopo il successo della prima presentazione, a Belluno il 31 marzo scorso, si è replicato con la presentazione di altri interessantissimi itinerari realizzati con la preziosa collaborazione del Cai di Belluno, la Sat (Società alpinisti tridentini), il Cai di Bolzano, del Friuli Venezia Giulia e tutti i parchi che sono stati partner in questo progetto racconta Giuliano Vantaggi consulente marketing della Fondazione Dolomiti Unesco.
«La collaborazione con Google – spiega Vantaggi – nasce da un’idea che abbiamo portato avanti da quasi due anni, grazie a contatti precedenti: era affascinante, insomma, l’idea di effettuare una street view sui sentieri delle Dolomiti, dopo che il colosso americano dell’informatica aveva realizzato un simile progetto nel Grand Canyon. E oggi questa idea è una realtà consolidata».
Vantaggi non si è limitato a stringere l’accordo, che per la Fondazione non ha alcun costo, si è anche caricato in spalla l’attrezzatura (che, con la batteria di scorta, arriva a 25 kg circa) ed ha percorso alcuni dei tragitti che oggi si possono vedere comodamente da casa, digitando sul portale di Google quattro semplici parole “Dolomiti Unesco Street View”.
I numeri del progetto:
Cinquantatré sentieri che si trovano nell’ambito territoriale delle cinque Provincie interessate dai 142mila ettari delle Dolomiti che sono Patrimonio Unesco, affiancati agli interni di alcuni rifugi, rappresentano la mappatura virtuale proposta dal progetto “World Natural Heritage Management”.